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BRASILE |
I LIBRI di M.B. |
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SALVADOR
DE BAHIA
«Sorria você está na Bahia»
(Continua 3) Maurilio
Barozzi La giustizia dei fucili a pompa Nella
notte più fonda del Pelourinho la prostituzione si fonde con la droga. Per
quelle vie sconnesse c'è sempre qualcuno Le
ragazze con il vizietto si offrono anche a prezzo popolare, purché sul piatto
ci sia un po’ di polvere bianca. E allora
i rischi di Sofocle decuplicano. Coca e
fica fresca offerte a buon mercato ti proiettano nel firmamento hollywoodiano
anche se nel tuo mondo quotidiano sei un pezzente. Però ti precipitano in un
vortice nel quale pensare di avere il controllo della situazione è il
preludio al proclamarsi Gesù Cristo. Nessuno
sopporta che qualcuno gli invada il campo. Pertanto quelle ragazze –
le viziose – sono molto controllate. Dagli spacciatori. Dai taxisti meno
affidabili. Da semplici malintenzionati che vogliono fare un po’ di soldi
alla svelta. Da bambini di un metro con la pistola nascosta da qualche parte.
E anche dai piedipiatti. Entrando nel cono d’azione di quelle garotas,
senza renderti conto finisci in un oscuro campo magnetico con diversi poli. E
tu sei solo una stupida punta di spillo, molto luccicante, candidata a
impazzire. Se le
ragazze possono essere lasciate libere di lavorare in proprio, quando
incrociano l'universo droga, la faccenda cambia. Il Brasile è il secondo
consumatore al mondo di cocaina (dopo gli Usa) e molti turisti arrivano qui
soltanto per questo. Al diavolo spiagge, monumenti, isole, musei, deserti, chapade,
eccetera: sono qui per la coca. E magari un po’ di passera. Alcuni
pensano anche di portarsene a casa un campionario, ma se hai la pazienza di
guardare la televisione o leggerti un giornale, capisci in fretta che il
rischio è molto, molto alto. Tutti i giorni qualcuno viene impacchettato
all’aeroporto, pescato con la droga nel buco del culo. Nel
maggio scorso sono ritornato in Brasile dopo una breve parentesi italiana. La
prima cosa che mi raccontano è che Marco, un rasta nero come il carbone che
vendeva collanine sulla spiaggia, è stato ucciso. Lo dicono con un
inquietante senso di distacco. Niente emozione. Niente paura negli occhi:
solo un senso di fatalità e uno scrollare le spalle che sa di “se l’è
cercata”. Punto. «Cazzo è
successo?», chiedo a un uruguaiano che da vent'anni riesce a galleggiare
nelle acque più torbide di Bahia e sa tutto di tutti. «Doveva
dei soldi a delle persone. Non molti. Credo cento, massimo duecento reais. Si
sono presentati di notte, in due. Hanno tirato alcune pietre sul tetto
impagliato di casa sua. Lui è uscito mezzo nudo per vedere cosa accadesse.
Appena fuori gli hanno sparato con i fucili a pompa. Uno gli ha portato via
un braccio. L’altro lo ha preso in pieno, al petto». «Coi
fucili a pompa per duecento luridi reais? Ma sono sessanta euro!». Lui
socchiude gli occhi e alza le spalle: «Penso che ci fossero dietro questioni
di coca». Che si
facesse le canne, Marco, l’ho sempre saputo. Che si arrangiasse in qualche
modo per far quadrare i conti, pure. Che fosse nel giro della coca, invece,
mi giungeva nuova. Ma tutto ciò non conta niente. E’ successo e basta. A
Bahia conviene tenere i passi ben misurati. Mai allungarli oltre la gamba. Una
inchiesta del giornale A Tarde affermava che la domenica e il martedì
bisogna fare molta attenzione nel Pelourinho. Che la Baixa dos Sapateiros
deve essere evitata, che si devono tenere le orecchie alte in rua do
Saldanha, sulla rampa del Mercato Modelo e al Cristo da Barra. Spiega che ogni
giorno nel centro storico vengono derubati dieci turisti. Se però si
considera che la città ha quasi tre milioni di abitanti e che i turisti sono
chissà quanti… Comunque, l’invito a stare in guardia non guasta mai. (3.
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all’autore: mauriliobar@libero.it |
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