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IL ROMANZO
Questo romanzo racconta
la storia della nascita della fabbrica di alluminio (la prima in Italia) e la
maledizione che la generò. Nel 1918 Isidoro Cavada – vagabondo solitario –
arriva in Trentino, a Mori, borgo agricolo situato tra il bosco e le acque
del fiume Adige. Gli abitanti
vivono esistenze dure, scandite dai ritmi del lavoro nei campi,
della cura del grano, del tabacco, dei bachi da seta, della messa prima,
delle discussioni alla taverna e l’arrivo di questo forestiero li inquieta:
sconosciuto, non frequenta la messa, non lavora, non aiuta nessuno. Compare
e scompare quasi fosse un’ombra, un fantasma. Non parla, salvo quando
predice una sventura che i paesani non comprendono. Per tutti è un
ladruncolo svitato da cui star alla larga.
Ma nel
1927, quando allo stagno viene trovato il cadavere stuprato di una ragazza
del luogo, gli abitanti di Mori conoscono con certezza il nome
dell’assassino e sanno ciò che devono fare. Inizia così una caccia
all’uomo, una specie di missione biblica, il cui epilogo farà emergere il
lato violento, meschino e carico di squallidi segreti di quel mondo così
distante dalla contemporanea realtà cittadina.
A intreccio, raccontate
per flash di memoria, la nascita, la vita e la morte della fabbrica.
Proprio quella che Isidoro aveva preannunciato.
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